29 agosto 2018

Ancora una vittima per i nostri produttori di PFTC (PANAY FAIR TRADE CENER, Filippine): questa volta a perdere la vita, insieme ad altri sei attivisti per i diritti umani, è Felix Salditos, marito di Ruth (presidentessa di PFTC). Il sostegno da parte di tutti noi, non a parole, ma con i fatti sia la risposta: ACQUISTIAMO I LORO PRODOTTI!

Il 15 agosto 2018, Felix, artista e scrittore, insieme ad altri sei colleghi, è stato massacrato dalla Polizia e dall'Esercito nazionali delle Filippine. Tutti erano difensori dei diritti umani e sono stati colpiti a morte alla testa o al cuore. La polizia e i militari sostengono che si è trattato di uno scontro a fuoco, ma i risultati dell'autopsia dimostrano che la traiettoria dei proiettili andava dall'alto verso il basso, che erano a capo chino e molto vicini alle armi. Nessuno di loro risulta era armato. Questo non è stato uno scontro a fuoco, ma un'esecuzione!

Felix e gli altri andavano a visitare la provincia di Antique nell'isola di Panay per verificare fatti di cui si erano lamentati gli abitanti, come demolizioni arbitrarie di case, problemi per i piccoli pescatori, povertà dei lavoratori nelle piantagioni di canna da zucchero, rialzo dei prezzi del paniere basico, mentre il loro reddito è in continua discesa.

Il caso di Felix e degli altri non è un caso isolato: la violazione dei diritti umani nella Filippine è un continuo crescendo sotto la presidenza di Duterte. Proprio come succede con le vittime della guerra alla droga che ha causato migliaia di vittime in tutte le Filippine, la polizia ed i militari continuano a calpestare i diritti e le vite delle persone che lottano a fianco dei più bisognosi. Questo è quanto è accaduto a Felix e agli altri sei.

Da RUTH SALDITOS che conosciamo e stimiamo immensamente riceviamo queste parole:
"Grazie per le vostre parole e preghiere. So che per voi ricevere notizie come questa non è facile da immaginare e nè comprendere... ma è una realtà che fronteggiamo ogni giorno qui.

Quello che è successo a mio marito e agli altri 6 è solo un riflesso di quanto sia feroce il governo che abbiamo oggi. Gurdando alle migliaia di persone che sono in lutto per la morte dei loro cari, non posso lasciami andare al mio dolore, ma devo essere forte anche per loro.

Luisa, Nilo, Romeo, Dionisio e ora Felix , tutti hanno perso la vita negli ultimi 10 anni. Un peso davvero difficile da sopportare per me. Ma sarei più preoccupata se questo mi impedisse di continuare a lottare per difendere i nostri diritti.

State certi che trasformeremo il nostro dolore in coraggio collettivo anche con il vostro aiuto e quello di tutti i popoli in lotta nel mondo perchè dobbiamo essere certi che i nostri canti non moriranno mai. Ruth"


NOI COSA POSSIAMO FARE? Semplicemente acquistare i loro prodotti nelle Botteghe del Mondo! Anche così possiamo sostenere la loro lotta per la democrazia e la libertà.

Dietro ad ogni prodotto del commercio equo e solidale c'è una storia... Lo zucchero di canna MASCOBADO viene prodotto nelle Filippine dalla cooperativa PFTC (Panay Fair Trade Center) .

Molto attiva nella società civile, PFTC ha come mission quella di difendere i diritti di tutti. La cooperativa è cresciuta costantemente negli anni, ha retribuzioni eque e per mezzo di un forte lavoro di formazione ha creato un’emancipazione reale dei contadini e delle donne che vi lavorano, cosa invisa ovviamente al potere.

Nelle Filippine i difensori dei diritti umani e i giornalisti vengono costantemente minacciati e rischiano la vita mentre svolgano il loro lavoro.Purtroppo anche con il nuovo presidente Duterte le uccisioni extragiudiziali non sono diminuite e le indagini per la ricerca dei colpevoli sono lacunose, se non vacue. In questa pesante situazione politico-sociale che perdura da anni, purtroppo anche PFTC ha dovuto pagare un prezzo altissimo. Nel 2014 Romeo Capalla, presidente di PFTC, e Dionisio Garete, capo villaggio e membro della Kamada Farmer's Association - sono stati assassinati e nel 2009 Maria Luisa Posa Dominado e Nilo Arado, due collaboratori, sono misteriosamente " scomparsi" e di loro non si sa più nulla. La loro unica “colpa” è di essersi impegnati per la giustizia sociale, per tutelare la democrazia, i diritti delle comunità indigene e l’autodeterminazione delle comunità locali.