Il cacao biologico che nasce nella foresta è un patrimonio per la sopravvivenza della Comunidad de Paz.

È un cacao che i nonni della Comunità attuale avevano iniziato a seminare nella foresta negli anni '50, costretti poi ad abbandonarlo a causa della violenza delle multinazionali che li ha cacciati da Urabà. Dopo innumerevoli vicissitudini, abbandoni forzati delle loro terre, massacri e violenze, nel 1997 fondano la Comunidad de Paz scegliendo la neutralità nel conflitto armato colombiano, decidono di non seminare per nessun motivo colture illegali come la coca, benché più redditizie, di vivere in autonomia e in pace. In venti anni questo è costato loro circa 200 morti, varie aggressioni, stupri, distruzione degli strumenti di sussistenza e dei raccolti.

Ma il cacao resta un patrimonio per sopravvivere: garantisce le entrate che sostengono i progetti sociali, educativi, sanitari, segna il radicamento in terre da cui forti interessi minerari, idroelettrici e politici vogliono ancora oggi cacciarli.

Coltivare cacao serve a costruire un modello diverso di società e di economia, fatto di lavoro collettivo, di crescita umana, di rispetto per la natura e per la comunità, di relazioni con tutto il mondo, anche attraverso il cioccolato che noi produciamo.

I volontari e le volontarie italiane di Operazione Colomba da anni convivono con la Comunidad e accompagnano quotidianamente i suoi membri nei loro spostamenti nei campi e nelle varie frazioni, per limitare la possibilità di aggressioni, per dare una maggiore speranza di vita alle centianaia di persone di questa comunità.

Abbiamo importato questo cacao per la prima volta nel dicembre 2017, grazie al supporto logistico di Altromercato e alla prima lavorazione fatta da Domori.

Anche mangiare il cioccolato fatto con il loro cacao significa sostenere il loro cammino concretamente! Se desideri maggiori informazioni sulla Comunidad, se vuoi sostenerli nelle loro denunce mensili alle organizzazioni nazionali e internazionali, scrivici!