6 aprile 2020

Niente sarà più come prima. Ce lo ripetiamo in questi giorni.

Noi speriamo che tanti lo sentano nel profondo del cuore, consapevoli di quanto grande sia lo spartiacque che questa emergenza rappresenta nelle nostre vite, nella vita dell’umanità. E che sentirlo come tale è una salvezza non una pagina da dimenticare.

“Niente sarà più come prima” riusciamo a dirlo con un sospiro di sollievo e non come una condanna?

Qualcuno riesce ancora davvero a credere che “il prima” rappresenta il migliore dei mondi possibili in cui sperare al più presto di tornare?

Molti guardando alla tecnologia, ai risultati medici, all’allungamento della vita, alla ricchezza raggiunta da qualche centinaio di migliaia di persone.

Molti l’hanno creduto sicuramente, nonostante milioni di pagine smentissero quel racconto e centinaia di persone morissero ogni anno di malattie curabili, di inquinamento, di povertà o anche difendendo il loro ambiente naturale e migliaia di altre in tutti i continenti partecipassero a lotte intense per denunciare l’insostenibilità di ciò che stava succedendo all’ambiente e alla società.

Credo insomma che, sapendo un minimo delle cose che succedono nel mondo dal punto di vista dell’ambiente, dell’economia, della società, nessuno possa realisticamente pensare che tornare a “come era prima” sia davvero salutare, sostenibile e positivo.

Ora capiamo forse un po’ di più che “cambiare” riguarda il nostro stile di vita (quello che mangiamo, quello che beviamo, quello che respiriamo, dove viaggiamo e come, cosa facciamo dei nostri soldi, ecc ecc) .

Ma non tocca solo quello: il cambiamento che ci ha imposto questa emergenza e che proseguirà dentro di noi, tocca anche il punto in cui teniamo le nostre paure più grandi e il cosa facciamo dei nostri sensi di colpa, cosa pensiamo dell’altro, come lo ascoltiamo, come sappiamo dominare le nostre emozioni (e i nostri corpi) e come stringiamo in una morsa di controllo estenuante quello che è impossibile da classificare e da sapere prima, come usiamo misericordia e compassione, come riconosciamo che abbiamo sbagliato e come ci scusiamo, come guardiamo al futuro, cosa pretendiamo dagli altri e da noi stessi, come esercitiamo la responsabilità, come pensiamo alla morte nostra e dei nostri cari e di tutti gli altri esseri umani…

E ricordiamoci che, per fortuna, niente è ancora finito!