Giulio Gelardi è un piccolo produttore di manna di Pollina (PA), con il quale da anni la Coop. Quetzal ha stretto una proficua collaborazione.

La manna è un presidio Slow Food.

La manna è la linfa di un frassino che cresce sulle Madonie e nei mesi estivi non trovando acqua nel terreno, produce dall'interno molta linfa che viene fatta sgorgare dalla corteccia attraverso dei tagli che quotidianamente vengono praticati dai contadini sulla corteccia. Tradizionalmente la manna veniva raschiata dalla corteccia portando con sé foglie, legno, formiche. Giulio ha creato un sistema ingegnoso e semplice per raccogliere manna purissima: applica una tegolina in metallo al bordo dell'intaglio, alla quale attacca un filo di nylon, la gocci di linfa così scende lungo il filo e si cristallizza. Al momento della raccolta, dal filo vengono sfilati i cannoli di manna, piccole stalagmiti cave e bianche che possono essere mangiate direttamente.

Tradizionalmente la manna ha sempre avuto usi terapeutici come rinfrescante intestinale e regolatore dell'intestino, depurativo del fegato e della pelle. Dalla manna pura vengono estratti mannite e mannitolo che sono stati i lassativi di generazioni di bambini.

Probabilmente la manna biblica era qualcosa di simile: prodotta da arbusti del deserto, contenente sostanze zuccherine sicuramente nutrienti che hanno potuto, anche se non saziare interamente, sostenere la traversata desertica di popolazioni nomadi.

Ha una forte componente di terra, provenendo da una terra arsa, senza acqua, ma è essa stessa acqua prodotta da un albero. È la linfa cioè il "sangue" della pianta, scorre nelle sue vene, spremuto dalla terra e dalla fotosintesi clorofilliana nel percorso che fa andando verso il cielo. Viene considerata sostanza di perfetto equilibrio fra yin e yang, fra cielo e terra, chiamata anche poeticamente "sudore degli angeli", "lacrime del cielo".